Strappata alla vita una seconda volta. Ora, mamma Barbara è disperata. Quei braccialetti così piccoli e sottili erano gli unici ricordi che le rimanevano di sua figlia, Dalila, scomparsa a soli tre anni, a causa di una malattia che non le ha lasciato alcuno scampo. La piccola morì nel 1998 stroncata dalla leucemia e da quel momento la vita di Barbara è stata una continua convivenza con un dolore senza fine, nonostante la nascita, diversi anni dopo, della secondogenita Angelica.
Rubati i ricordi della figlia morta, l'appello della mamma
L’amore per Dalila è sempre stato racchiuso in quei piccoli oggetti che la donna custodiva preziosamente e che cercavano di mantenere la memoria viva ogni giorno.
«Erano all’interno di un sacchetto», spiega Barbara a “Il Messaggero”. «Sento di aver fatto un grande sbaglio e sto vivendo questa situazione con immenso dolore», sottolinea. La donna spera in un dietrofront del ladro: ha deciso di lanciare un appello sui social e di esporre nel quartiere Talenti una lettera con una richiesta esplicita: «Restituitemi quei braccialetti, sono disposta a ripagarli», dice.
Il racconto
Nel tardo pomeriggio di venerdì (17 novembre, ndr) Barbara, insegnante in una scuola primaria, arriva in via Arrigo Cajum. «Avevo una visita medica», spiega. Il ritorno, un’ora dopo, per riprendere la sua utilitaria nera parcheggiata e l’amara sorpresa nel constatare il furto. «Avevo la borsa con dentro il portafogli, le carte, i documenti e due piccoli bracciali all'interno in un sacchettino: erano di Dalila e avevo deciso di portarli perché volevo averla accanto a me». Qualche giorno prima mamma Barbara, come tutti gli anni, era andata al cimitero per festeggiare il compleanno della piccola che avrebbe compiuto 28 anni. «Abbiamo fatto volare i palloncini», racconta con voce commossa.
«Il tempo non attenua nulla e si convive con il dolore. Quei bracciali sono l’unica maniera per sentirla sempre al mio fianco. Erano al suo polso fino al giorno in cui è scomparsa». La donna in preda all'angoscia, ha deciso di scrivere una lettera, di diffonderla sui social e nel quartiere Talenti: «A te che hai rubato la mia borsa vorrei fare un appello o meglio farlo al tuo cuore», è scritto. «Per te queste cose non hanno valore, ma per me erano vitali. Non portarli - si legge - ad un compro oro. Te li ripago io oppure potresti farmeli riavere anche in forma anonima presso la scuola Renato Fucini che si trova nei pressi del parco oppure dai carabinieri». I social si sono mobilitati e il post ha ottenuto moltissime condivisioni: la speranza è veder restituita a mamma Barbara la dolcezza di Dalila. Perché certi ricordi nessuno potrà mai portaglieli via.